Chi siamo

Storia e Tradizione

La nostra storia

Dalla secolare tradizione olearia e vitivinicola di Casa Rosso Cosenza ®  oggi Giuseppe Rosso, promotore e già Presidente del Consorzio DOP Monti Iblei, unitamente al figlio, Marcello Rosso, ricchi di un  patrimonio unico di tradizione, esperienza e passione, continuano ad offrire al mondo dei gourmets  i nostri prodotti di eccellenza “Made in Sicily” , dagli Stati Uniti d’America  al Giappone, da Parigi a Stoccolma passando attraverso i pluristellati della grande ristorazione italiana e internazionale.

Proponiamo i pregiati prodotti della terra che la Natura con magnificenza e generosità ci offre perché possano essere apprezzati dai palati più esigenti del mondo gastronomico. Marcello Rosso
C’era una volta…

Non è una favola, ma la storia della nostra Famiglia, narrata dai nostri beni aviti e dagli antichi documenti ufficiali.

Un filone di questa storia ebbe inizio con un nostro Antenato, il Barone Francesco Melfi di S. Antonino, proprietario dei feudi di Pedalino, Piraino, Quaglio e Cazzola , a cavallo tra i territori di Vittoria e Chiaramonte Gulfi nell’allora Val di Noto , che ottenne dal Re Ferdinando III di Borbone , con dispaccio del 22 maggio 1778, l’autorizzazione al disboscamento della zona e l’esenzione del dazio per il “diritto di estrazione del mosto e del vino”.

Una buona parte di queste terre vennero fatte impiantare a vigneto, la restante parte, data la grande estensione del feudo, venne data in affitto ed enfiteusi a centinaia di piccoli mezzadri e fittavoli.

Da allora iniziò la produzione del vino, che via via si incrementò al punto che il loro “robusto nettare” cominciò ad essere esportato fuori dai confini del Regno delle Due Sicilie fino al 1860 e, dopo, con l’unità d’Italia, fuori dai confini del Regno d’Italia , verso la Francia e l’Inghilterra , tant’è che in quell’epoca sull’Annuario del Regno d’Italia, un nostro antenato venne annoverato quale produttore di vino.

Nell’Ottocento, i discendenti Rosso Cosenza consolidarono la tradizione vitivinicola nel feudo Zottopera, realizzando una splendida cantina del vino semi-ipogea scavata nel tufo, con antico palmento a tre piste, torchio manuale e profondi tini incassati a terra. La proprietà godeva di una fitta rete di canali di pietra, dette “saie”, per l’irrigazione delle colture, alimentata da due enormi antiche vasche di raccolta dell’acqua di sorgente dette “gebbie” secondo un sistema di ingegneria idraulica di origine araba.

Purtroppo verso i primi anni del Novecento, viene bruscamente interrotta la gloriosa esperienza produttiva vitivinicola a causa un’epidemia di fillossera che sconvolse la viticoltura europea e che anche in Sicilia distrusse l’intera estensione di vigneti, obbligando ad una riconversione colturale.

Una antica mappa catastale risalente al secolo scorso rappresenta l’estensione dei vigneti presso la tenuta Zottopera.

A distanza di quasi un secolo, su iniziativa di Marcello Rosso nasce “Antiche Cantine Rosso”, ambizioso progetto di recupero di questa enorme e prestigiosa tradizione vitivinicola.

C’era una volta…

Non è una favola, ma la storia della nostra Famiglia, narrata dai nostri beni aviti e dagli antichi documenti ufficiali.

Un filone di questa storia ebbe inizio con un nostro Antenato, il Barone Francesco Melfi di S. Antonino, proprietario dei feudi di Pedalino, Piraino, Quaglio e Cazzola , a cavallo tra i territori di Vittoria e Chiaramonte Gulfi nell’allora Val di Noto , che ottenne dal Re Ferdinando III di Borbone , con dispaccio del 22 maggio 1778, l’autorizzazione al disboscamento della zona e l’esenzione del dazio per il “diritto di estrazione del mosto e del vino”.

Una buona parte di queste terre vennero fatte impiantare a vigneto, la restante parte, data la grande estensione del feudo, venne data in affitto ed enfiteusi a centinaia di piccoli mezzadri e fittavoli.

Da allora iniziò la produzione del vino, che via via si incrementò al punto che il loro “robusto nettare” cominciò ad essere esportato fuori dai confini del Regno delle Due Sicilie fino al 1860 e, dopo, con l’unità d’Italia, fuori dai confini del Regno d’Italia , verso la Francia e l’Inghilterra , tant’è che in quell’epoca sull’Annuario del Regno d’Italia, un nostro antenato venne annoverato quale produttore di vino.

Nell’Ottocento, i discendenti Rosso Cosenza consolidarono la tradizione vitivinicola nel feudo Zottopera, realizzando una splendida cantina del vino semi-ipogea scavata nel tufo, con antico palmento a tre piste, torchio manuale e profondi tini incassati a terra. La proprietà godeva di una fitta rete di canali di pietra, dette “saie”, per l’irrigazione delle colture, alimentata da due enormi antiche vasche di raccolta dell’acqua di sorgente dette “gebbie” secondo un sistema di ingegneria idraulica di origine araba.

Purtroppo verso i primi anni del Novecento, viene bruscamente interrotta la gloriosa esperienza produttiva vitivinicola a causa un’epidemia di fillossera che sconvolse la viticoltura europea e che anche in Sicilia distrusse l’intera estensione di vigneti, obbligando ad una riconversione colturale.

Una antica mappa catastale risalente al secolo scorso rappresenta l’estensione dei vigneti presso la tenuta Zottopera.

A distanza di quasi un secolo, su iniziativa di Marcello Rosso nasce “Antiche Cantine Rosso”, ambizioso progetto di recupero di questa enorme e prestigiosa tradizione vitivinicola.

Occorre perdersi nella memoria del tempo per ricercare le antichissime origini della tradizione olearia.

Molte indelebili tracce raccontano una dedizione alle nostre terre ad alta vocazione olivicola, che si sussegue nei Secoli, per giungere a noi, oggi, attraverso suggestive e incomparabili testimonianze storiche e architettoniche presso la tenuta Zottopera:

  • la magnifica e antica cantina dell’olio, che contiene degli esemplari più unici che rari di antichissime vasche di pietra monoblocco scavate a mano, per la conservazione dell’olio;
  • l’antico frantoio con la macina in pietra lavica etnea a trazione animale;
  • distese di uliveti plurisecolari della pregiata varietà “Tonda Iblea”.

Non solo tradizione ma anche capacità di innovazione e di volgere uno sguardo al futuro.

Come testimonia l’impulso avanguardista che spinse verso i primi anni del 1900 l’Avv. Cav. Giuseppe Rosso Cosenza a sfidare la consuetudine locale dell’uso dei “trappeti” a trazione animale impiantando uno dei primi oleifici meccanici in Sicilia.

Teso in uno sforzo sempre migliorativo in termini di qualità del prodotto ottenuto, Giuseppe Rosso Cosenza si impose come pioniere nel panorama olivicolo nazionale adottando stratagemmi innovativi per l’olivicoltura e ricorrendo alla tecnologia di importazione statunitense per contrastare gli attacchi delle malattie fungine sull’olivo.

Ciò accadeva un secolo fa e già allora i suoi oli si affermavano nei concorsi a Parigi come prodotto d’eccellenza.

Un secolo dopo, nel 2000, l’Ing. Giuseppe Rosso, ben consapevole del valore e della qualità dell’olio extra vergine d’oliva prodotto a Chiaramonte Gulfi e più in generale, nell’area dei Monti Iblei, e altrettanto consapevole delle circostanze che contribuivano a limitarne le enormi potenzialità, si fa promotore di un progetto di tutela e promozione raccogliendo le adesioni di centinaia di produttori, per fondare il consorzio di tutela dell’olio “D.O.P. Monti Iblei”.

Da allora, grazie a questa importante iniziativa comincia a diffondersi maggiormente la cultura dell’olio di alta qualità nel territorio, fornendo così ai produttori le corrette indicazioni di raccolta, trasformazione, stoccaggio e imbottigliamento, al fine di garantire e preservarne le qualità.

Contestualmente, si inizia a promuovere in Italia e all’estero l’olio dei Moti Iblei, attraverso i media, i concorsi internazionali e le partecipazioni fieristiche, imponendosi nel giro di poco tempo come uno dei capisaldi della gastronomia italiana d’eccellenza e contribuendo ad una significativa ricaduta economica turistica occupazionale sull’intero territorio.

E’ proprio nel 2000 che ritorniamo alla ribalta internazionale , partecipando, con la nostra Azienda Agrobiologica Rosso, al concorso abbinato al Salone Internazionale dell’olio d’oliva di Verona (Leone d’Oro dei Mastri Oleari) .

Risultato: una Gran Menzione, che ci restituisce immediatamente la consapevolezza e la conferma di possedere un grande patrimonio di qualità.

Da allora, ogni anno, un inarrestabile susseguirsi di riconoscimenti e premi nazionali e internazionali tra cui spiccano un 1° premio assoluto fruttato intenso nel 2011 al “Sol di Verona” (Vinitaly), 2 leoni d’oro al “Concorso Internazionale dei Mastri Oleari”, riconoscimento di “Eccelenza” al Los Angeles International EVO Oil Competition, 1° classificato fruttato intenso al Concorso nazionale dell’ Ercole Olivario.

Perché, il nostro olio, è uno dei grandi oli d’Italia e del mondo.

Occorre invece perdersi nella memoria del tempo per ricercare le antichissime origini della tradizione olearia.

Molte indelebili tracce raccontano una dedizione alle nostre terre ad alta vocazione olivicola, che si sussegue nei Secoli, per giungere a noi, oggi, attraverso suggestive e incomparabili testimonianze storiche e architettoniche presso la tenuta Zottopera:

  • la magnifica e antica cantina dell’olio, che contiene degli esemplari più unici che rari di antichissime vasche di pietra monoblocco scavate a mano, per la conservazione dell’olio;
  • l’antico frantoio con la macina in pietra lavica etnea a trazione animale;
    distese di uliveti plurisecolari della pregiata varietà “Tonda Iblea”.

Non solo tradizione ma anche capacità di innovazione e di volgere uno sguardo al futuro.

Come testimonia l’impulso avanguardista che spinse verso i primi anni del 1900 l’Avv. Cav. Giuseppe Rosso Cosenza a sfidare la consuetudine locale dell’uso dei “trappeti” a trazione animale impiantando uno dei primi oleifici meccanici in Sicilia.

Teso in uno sforzo sempre migliorativo in termini di qualità del prodotto ottenuto, Giuseppe Rosso Cosenza si impose come pioniere nel panorama olivicolo nazionale adottando stratagemmi innovativi per l’olivicoltura e ricorrendo alla tecnologia di importazione statunitense per contrastare gli attacchi delle malattie fungine sull’olivo.

Ciò accadeva un secolo fa e già allora i suoi oli si affermavano nei concorsi a Parigi come prodotto d’eccellenza.

Un secolo dopo, nel 2000, l’Ing. Giuseppe Rosso, ben consapevole del valore e della qualità dell’olio extra vergine d’oliva prodotto a Chiaramonte Gulfi e più in generale, nell’area dei Monti Iblei, e altrettanto consapevole delle circostanze che contribuivano a limitarne le enormi potenzialità, si fa promotore di un progetto di tutela e promozione raccogliendo le adesioni di centinaia di produttori, per fondare il consorzio di tutela dell’olio “D.O.P. Monti Iblei”.

Da allora, grazie a questa importante iniziativa comincia a diffondersi maggiormente la cultura dell’olio di alta qualità nel territorio, fornendo così ai produttori le corrette indicazioni di raccolta, trasformazione, stoccaggio e imbottigliamento, al fine di garantire e preservarne le qualità.

Contestualmente, si inizia a promuovere in Italia e all’estero l’olio dei Moti Iblei, attraverso i media, i concorsi internazionali e le partecipazioni fieristiche, imponendosi nel giro di poco tempo come uno dei capisaldi della gastronomia italiana d’eccellenza e contribuendo ad una significativa ricaduta economica turistica occupazionale sull’intero territorio.

E’ proprio nel 2000 che ritorniamo alla ribalta internazionale , partecipando, con la nostra Azienda Agrobiologica Rosso, al concorso abbinato al Salone Internazionale dell’olio d’oliva di Verona (Leone d’Oro dei Mastri Oleari) .

Risultato: una Gran Menzione, che ci restituisce immediatamente la consapevolezza e la conferma di possedere un grande patrimonio di qualità.

Da allora, ogni anno, un inarrestabile susseguirsi di riconoscimenti e premi nazionali e internazionali tra cui spicca un 1° premio assoluto fruttato intenso nel 2011 al “Sol di Verona” (Vinitaly),
2 leoni d’oro al “Concorso Internazionale dei Mastri Oleari”,
(e altri da elencare)

Perché, il nostro olio, è uno dei grandi oli d’Italia e del mondo.